Comunicare con se stessi, dialogo interno o self talk… chiamalo come vuoi!
COMUNICARE CON TE STESSO, IN CHE MODO LO FAI?
<Tutti abbiamo dentro di noi un “angioletto” e un “diavoletto”, ossia due voci distinte e contrapposte che ci parlano (è quello che di norma si definisce dialogo interno).
Come ti poni nei confronti di una difficoltà? e verso un nuovo desiderio o progetto?
Ricorda che molto spesso affrontiamo le difficoltà con un atteggiamento errato.
Mi spiego meglio: capita, anche di frequente, che si verifichi un problema da risolvere, anche piccolo, come tornare al parcheggio e trovare la propria auto con una gomma bucata,
oppure un imprevisto che fa saltare un appuntamento o che è comunque difficile da gestire.
Qual è la tua reazione davanti all’evento inaspettato o problematico?
Tendi a considerare quella difficoltà come qualcosa che può accadere, senza darle un particolare peso, oppure ritieni che sei stato “sfigato” per l’ennesima volta e che non poteva che andare così?
Se tendi ad attribuire alle cose l’ultimo dei significati che ti ho descritto (atteggiamento molto diffuso tra le persone),
allora forse ti focalizzi sulle cose negative che ti accadono durante la giornata,
etichettando gli eventi come negativi senza prendere in considerazione le opportunità che questi ti offrono;
ad esempio, se salta una riunione, potresti pensare: “Ecco, così non riesco a finire il lavoro che mi ero prefissato…come al solito, sempre a me!”.
E se invece attribuissi un significato diverso a queste cose?
Ad esempio, dicendo a te stesso: “Ok, la gomma dell’auto si può bucare, ma non si buca sempre e solo a me”;
allo stesso modo una riunione può saltare per mille motivi e imprevisti, e potrebbe essere un’idea recuperare facendo delle telefonate,
oppure utilizzare quel tempo per fare una bella passeggiata.
L’imprevisto c’è e ci sarà sempre nel corso della quotidianità, la differenza sta solo nel significato che vi attribuisci.
Questa collezione di cose negative non si riferisce solo ai piccoli accadimenti ma tende a essere generalizzata su tutte le situazioni, piccole o grandi che siano;
ti ho fatto degli esempi comuni, ma possono presentarsi situazioni ancora più difficili da gestire. […]
Non si tratta solo della prospettiva che assumi verso ciò che ti accade, ma anche, ad esempio, delle parole che usi:
spesso infatti utilizziamo un vocabolario tutto nostro per descrivere alcuni eventi.
Soffermati a pensare a quali etichette usi per esprimere le emozioni che provi, a come descrivi le sensazioni belle e brutte, cioè a come tratti linguisticamente i tuoi pensieri…
Il fulcro è tutto in queste poche parole:
utilizzando nella giusta maniera il linguaggio, puoi riprogrammare i tuoi pensieri, che ti porteranno ad avere nuovi comportamenti e a ottenere molto di più dalla vita;
questo perché gli schemi emotivi che vivi controllano le tue decisioni e azioni, ecco perché è importante identificarli e cambiarli.
È forse un concetto nuovo per te, ma con pochi esempi capirai che è molto semplice: se provi ad ascoltarti, noterai che alcuni vocaboli si ripetono con una certa frequenza;
il punto è capire come percepisci emotivamente alcuni avvenimenti e le parole che associ a essi.
Il vocabolario che utilizzi è quindi importantissimo:
ad esempio, usare per un qualunque imprevisto la parola “problema” rende tutto molto più pesante,
oppure definirsi “preoccupato” rispetto a “pensieroso”, o ancora “furioso” rispetto a “nervoso” di certo non aiuta e sentirsi più leggeri.
Cominciare a pensare a queste cose non è automatico e richiede un allenamento, o meglio un condizionamento:
innanzitutto devi volerlo, perché le cose non accadono per caso e ci vuole sempre impegno.>
Dal mio libro “Genitori uniti coniugi separati”
In che modo possiamo comunicare correttamente verso noi stessi e migliorare la nostra linguistica?
Utilizzando un vocabolario “trasformazionale”
Ecco 3 semplici passi per metterlo in pratica
1.Poni l’attenzione sulle parole negative che utilizzi più frequentemente
ad es per descrivere il tuo senso di stress, o di altre sensazioni negative che provi durante la giornata;
Individua la parola o le parole da cambiare cioè che ritieni più impattanti per te e sostituiscile con altre che diminuiscono in te quell’intensità emotiva che ricevi.
2. Allo stesso modo, per le sensazioni positive trova parole belle e nuove per descrivere le tue esperienze positive;
fai in modo che queste possano amplificare le sensazioni piacevoli che hai.
3. Impegnati ad usare sempre più queste nuove parole;
crea un condizionamento automatico per fare in modo che diventino parte di te, abbandonando i vecchi schemi;
Assumiti l’ impegno e rinforza la tua volontà di cambiare e migliorare!
Trova qualcuno come due persone amiche che stimi, che ti sono vicine e che possono aiutarti a mantenere l’impegno;
Racconta loro quali sono le vecchie parole e quali le nuove che vuoi sostituire,
dai loro il permesso di poterti fermare quando utilizzi quelle vecchie e di chiederti cosa provi e quali sono le tue vere sensazioni.
Se, ad esempio, vicino a uno di questi amici dicessi: “Oggi sono veramente depresso”, dai a lui il permesso di chiederti: “Cosa significa per te essere depresso?”.
Fai in modo che possa aiutarti a trovare un termine adeguato alla situazione e soprattutto che essa abbia una carica emotiva corretta rispetto allo stato d’animo che stai provando.
Tutto questo può sembrarti un po’ ridicolo, ma posso assicurarti che con piccoli gesti trasformerai in meglio te, i tuoi pensieri e di conseguenza la qualità della tua vita.
A proposito di pensieri…potrebbe interessarti il mio articolo sul MindSet